La memoria a breve termine è una funzione cognitiva essenziale per la vita quotidiana. Tuttavia, molte persone soffrono di deficit di memoria a breve termine, che può causare difficoltà nella vita di tutti i giorni.
Le cause dei deficit di memoria a breve termine possono essere molteplici e includono :
• disturbi neurologici,
• traumi cranici,
• malattie come l’Alzheimer,
• lo stress,
• l’insonnia,
• l’uso di alcol o droghe
La memoria a breve termine è quella memoria che ci permette di tenere a mente informazioni per un breve periodo di tempo, generalmente da pochi secondi a pochi minuti. I problemi di memoria a breve termine possono manifestarsi in modi diversi nella vita quotidiana, ad esempio:
• Difficoltà nel ricordare nomi, numeri di telefono, appuntamenti o eventi recenti;
• Difficoltà nel seguire le istruzioni o le conversazioni;
• Difficoltà nell’apprendimento di nuove informazioni o nel ricordo di informazioni apprese recentemente;
• Dimenticanza di oggetti o luoghi comuni;
• Difficoltà nell’organizzazione di attività quotidiane o nel mantenere l’attenzione su un compito per un periodo di tempo prolungato.
Questi problemi di memoria possono causare frustrazione e possono influire sulla qualità della vita, rendendo difficile il lavoro e le relazioni personali.
Tuttavia, ci sono molte strategie che possono aiutare a migliorare la memoria, come l’utilizzo di tecniche mnemoniche, l’esercizio fisico regolare, l’adeguata quantità di sonno e la riduzione dello stress.
Soluzioni per il deficit di memoria a breve termine
La medicina è in continua evoluzione ed è alla ricerca di possibili soluzioni anche in questo ambito, e infatti recenti ricerche scientifiche hanno mostrato che gli abitanti delle zone che vivono in alta quota hanno sviluppato adattamenti fisiologici che sembrano offrire anche benefici a livello cerebrale. Ad esempio, alcune ricerche hanno notato che gli abitanti delle Ande hanno una maggiore capacità di memoria e di apprendimento rispetto a quelli che vivono a basse altitudini.
Un possibile meccanismo dietro questo effetto potrebbe essere legato alla produzione di eritropoietina (EPO), un ormone che viene prodotto quando si è esposti a differenti concentrazioni di ossigeno nell’aria e che sembra avere effetti positivi sul cervello.
In particolare, l’EPO sembra avere un effetto neuroprotettivo e neurotrofico, cioè che può proteggere le cellule cerebrali dai danni del tempo e promuovere la crescita e la sopravvivenza delle cellule cerebrali.
Partendo da queste ricerche la medicina ha sviluppato una tecnica chiamata IHT per imitare gli effetti benefici dell’alta quota senza la necessità di recarsi in montagna.
La terapia dell’ipossia intermittente per la salute del cervello
L’IHT (terapia dell’ipossia intermittente) è una tecnica che prevede di respirare in un ambiente con livelli di ossigeno controllati artificialmente uguali a quelli della montagna, mentre si è comodamente seduti e rilassati.
L’idea alla base dell’IHT è che l’esposizione a bassi livelli di ossigeno può indurre una serie di risposte fisiologiche simili a quelle che si verificano a quote elevate. In particolare, l’ipossia può stimolare la produzione di mediatori chimici che migliorano l’efficienza nell’utilizzo dell’ossigeno.
Sostanzialmente quando all’organismo si riduce il livello di ossigeno in un ambiente medico controllato, lui reagisce ottimizzando al massimo tutti i processi in cui è coinvolto l’ossigeno.
Migliorando tali processi, in questo modo sia il cervello che il cuore funzioneranno ad un livello superiore
La terapia ipossica può essere particolarmente efficace per coloro che soffrono di disturbi neurologici, come la malattia di Alzheimer o il morbo di Parkinson, che spesso portano a problemi di memoria. La terapia può anche essere utile per coloro che hanno subito un infortunio con trauma cranico.
La terapia ipossica funziona migliorando la funzione cerebrale attraverso l’aumento del flusso sanguigno e dell’ossigenazione del cervello. Questo può portare a una migliore comunicazione tra le cellule nervose e ad un aumento della plasticità cerebrale, il che può migliorare la memoria a breve termine.
Inoltre, la terapia ipossica può anche aiutare a ridurre l’infiammazione nel cervello, che è spesso associata a disturbi neurologici e alla perdita di memoria. La riduzione dell’infiammazione può aiutare a proteggere il cervello da danni futuri e a migliorare la funzione cognitiva.
Come si effettua una seduta di ipossia intermittente
Per eseguire l’IHT, il soggetto viene esposto a brevi periodi di bassi livelli di ossigeno, facendolo respirare tramite una maschera collegata al macchinario, seguito poi da periodi di normossia (ossigeno normale). La quantità di ossigeno può essere regolata in base alle esigenze del paziente e il trattamento può essere eseguito in modo intermittente o continuo.
Ogni trattamento dura circa 30-60 minuti.
Per quanto riguarda le precauzioni che devono essere prese per garantire la sicurezza del paziente durante il trattamento, è importante che la terapia dell’ipossia venga eseguita sotto la supervisione di un medico specializzato. Prima dell’inizio del trattamento, il medico deve eseguire una valutazione completa del paziente per identificare eventuali controindicazioni o rischi per la salute. Durante la terapia, il paziente deve essere costantemente monitorato per garantire che la concentrazione di ossigeno sia adeguata e che il trattamento non causi effetti collaterali indesiderati.
In generale, la terapia dell’ipossia è considerata una tecnica sicura ed efficace per il trattamento di diversi disturbi neurologici e cognitivi. Tuttavia, come per qualsiasi altra terapia medica, è importante seguire le precauzioni appropriate per garantire la sicurezza del paziente e massimizzare i benefici del trattamento.
Il Dr. Raggi effettua L’IHT a Terni presso lo studio medico in via primo maggio 65.
Dr. Francesco Raggi - Medico Chirurgo, Specialista in Igiene e Medicina Preventiva. Università degli Studi di Perugia - Anno di Laurea 2001 Iscrizione Albo dei Medici Chirurghi di Terni n° 2070 | P. IVA 01368300552 Questo sito rispetta le linee guida inerenti l'applicazione degli artt. 55-56-57 del codice di deontologia medica.
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